giovedì 25 giugno 2009

Neil Gaiman e l'American Gods perduto

Ora che finalmente gli studios americani hanno scoperchiato il "vaso di Pandora-Neil Gaiman" cominciando a portare sullo schermo le versioni filmiche dei suoi lavori, non possiamo esentarci dal chiederci perchè vengona ignorati o quantomeno messi in secondo piano quelli che sono i suoi capolavori assoluti.

In verità uno di questi, "Coraline", è uscito da poco al cinema (anche 3D)
per la regia del mostro dello stop-motion Henry Selick (padre con Tim Burton di Nightamre before Christmas) e con ottimi risultati sia di resa sia di successo di pubblico/critica

Ma le note dolenti arrviano quando si pensa che nella ressa di film tratti da fumetti non solo supereroistici, basti pensare ai vari V per Vendetta e From Hell, nessuno si sia ancora preso la briga di lavorare alla serie a fumetti più premiata di sempre:

sì, sto parlando di Sandman, cazzo.
sto parlando della serie che ha rivoluzionato l'aproccio alla mitologia
che ha riscritto il mito
che ha riscritto il modo di fare il mito
che ha riscritto la mitopoiesi stessa



E poi c'è American Gods, il romanzo totale.
forse la più bella opera non a fumetti di Gaiman
Un romanzo straordinario che è un epic-thriller ad una prima analisi ma che riscrive profondamente il rapoprto con il mondo e con la divinità lavorando su due piani convergenti:

1) quello del processo mitopoietico in generale, in cui i miti vengono riproposti e reinventati (vale per gli dei della mitoligia classica nordica e indoeuropea in generale)
ed inventati ex novo (vale per le nuove divinità, quelle legate al mondo moderno e postmoderno)

2)quello della truffa che è il motore dei singoli personaggi come della trama del romanzo che si ipertofizza nella "trama del mondo"

da questi punti di partenza emerge prepotente una neanche troppo sottesa volontà razionalista che fa convergere i due filoni proponendo una progressiva identificazione fra i concetti di truffatori e truffa al fine di dimostrare che la truffa non sta in quello che le divinità fanno, ma nelle divinità stesse.

E' per questa sua struttura trasmigratoria che si sposta dal soggetto (le divinià) all'oggetto (l'uomo) e dall'oggetto al mondo che genera ed è al tempo stesso espressione dei soggetti che American Gods può essere definito senza esagerare IL romanzo razionalista postmoderno

che ci sorride e dice: "ehi, non prendermi troppo sul serio, sono solo una storia su dei che non ti appartengono più e su come la società contemporanea li avrebbe avviliti proprio come fa con le persone comuni"

ma intanto sussurra:"ehi, amico, attento. perchè le divinità non cercano di fregarti per stare nel mondo. loro SONO la fregatura".

e quando ha finito di sussurrare, prima di tornare a sorridere, ghigna.

mercoledì 24 giugno 2009

Famigilia Cristiana attacca lo statista più baso del mondo

di Wathcman

"DIMISSIONI" un parola pesante come un macigno; e finchè la dice Repubblica o L'Unità o perfino il Foglio non fa nulla. Ma se la sassata arriva dalla colonna-editoriale di Famiglia Cristiana le cose cambiano.


potete leggere tutto larticolo qui, in fondo alla pagina dopo le lettere dei lettori

Se il direttore don. Antonio Sciortino dice:
"a tutto c'è un limite. Quel limite di decenza è stato superato.Qualcuno ne tragga le debite conclusioni."
perchè, tra l'altro
"il problema dell'esempio personale è inscindibile per chiunque accetta una carica pubblica [...] l'autorità senza esemplarità di comportamenti non ha alcuna autorevolezza e forza morale. E' pura ipocrisia o convenienza di interessi privati [...] chi esercita il potere non può pretendere una zona franca dell'etica nè pensare di barattare la morale con promesse di leggi favorevoli alla Chiesa".

Ecco, un calcio nelle palle in piena regola.
Che sta, a leggere bene, più che in quel "dimissioni", in quel "non può pretendere... nè pensare di barattare la morale con promesse di leggi favorevoli alla Chiesa", durissimo.

La presa di posizione del più autorevole periodico cattolico apre nuovi fronti nei problemi della maggioranza di governo e fa registrare una presa di posizione politica forte delle alte sfere vaticane.
Un gesto di ordine morale ma certamente anche pesante sul piano politico e non solo per quanto riguarda il governo ma anche per quanto riguarda il mondo cattolico stesso:
se alla fine il premier dovesse veramente rassegnare le dimissioni, ci troveremmo davanti a una indiscutibile prova di forza del mondo cattolico che dimostrerebbe così di avere un peso politico ben più netto di quello che ad oggi gli viene riconosciuto.
Mandare a casa un uomo con il consenso di Berlusconi vorrebbe dire potr dimostrare che la chiesa sposta più voti di quanti oggi il centro-destra gliene riconosca. Sarebbe quasi recuperare i fasti non della vecchia, ma della prima DC, quella post-unitaria, quella plebiscitaria...
quella che potè scrivere la costituzione con socialisti e comunisti in una posizione di forza e che riuscì a strappare a Togliatti quell' art.7 tanto inviso alle gerarchie laiche.
Perchè è questo che sarebbe lo scenario, con una destra senza leader e una sinistra spaccata e litigiosa. Si creerebbe di nuovo, non lo spazio per un grande partito di centro ma, la voragine per un grande partito cattolico, con le mani libere e sopratutto piene... di voti.

martedì 23 giugno 2009

Arriva Altai, Wu Ming torna sui passi di Q

...
E' ormai noto che i Wu Ming hanno deciso di "tornare sul luogo del delitto" per ri-generare le
atmosfere di Q. alla luce dell'evoluzione che il collettivo ha affrontato nell'ultimo anno.

uno stralcio di Altai, questo il titolo che avrà il nuovo romanzo, è già apparso su Repubblica e può essere letto qui.

Sarà dura continuare ad esprimersi sui livelli di Q ma Wu Ming ci ha abituati bene e vedremo se ricambieranno ancora una volta la nostra fiducia.

Slitta quindi il secondo romanzo della trilogia "americana", ma intanto Manituana si prepara ad uscire in lingua inglese..
e comunque vale la pena aspettare se l'attesa vorrà dire leggere Altai, no?

e intato potete ascoltare Wm1 che legge estratti dal nuovo libro

e ri-leggere l'articolo di Roberto Saviano su Mnanituana


l' immagine presente nell'articolo è di proprietà della Wu Ming Foundation e coperto da licenza Creative Commons 2.5 si ringraziano gli autori per la disponibilità accordata.

venerdì 12 giugno 2009

La Forma della paura di De Cataldo,Rafele

Ancora un buon libro di De Cataldo (qui con Rafele) che partendo dalla deriva autoritaria ormai evidente che il nostro agonizzante stato postmoderno ha preso (e che gli italiani ormai ridotti a popolo di yes-men si ostinano a non voler vedere) snocciala un buon thrillerino-politico che indaga con una certa cura le varie sacche del sopravvivente attivismo politico italiano.
Dall' ultradestra forzanuovista ai neoanarchici-postcomunisti-filoambientalisti;
tutti dentro a darsi un gran da fare con l'idea di migliorare il mondo e invece si ritrovano entrambi, inconsapevolmente, ad essere pedine sacrificabili e scarificate in un gioco molto più grosso di loro e che è poi l'espressione più matura di tutto quello che credono di essere destinati a rivoluzionare.

Letto in una giornata, scorre senza problemi.
Che altro dire: non ci si strappa i capelli dal divertimento ma col mondo là fuori (per come va, per come gli permettiamo di andare) non è che ci sia tutto questo da divertirsi.

p.s.
interessante il rapporto oppisitivo(già dai nomi) tra il capo dei poliziotti corrotti (MASTINO) e il capo dei "buoni" (LUPO).
Mastino, è un cane e quindi è fortemente fidelizzato verso il padrone che gli dà da mangiare ma anche aggressivo, in certo senso bruto\brutto.
Lupo invece mantiene i tratti originari della razza quindi è più nobile ma anche più solitario, ha un istinto superiore ma fa più fatica a farsi accettare e a relazionarsi anche coi suoi che, se pure dalla parte giusta sono sempre espressione di un mondo fatto di "cani".

mercoledì 10 giugno 2009

Come si fa il grande partito riformista

di Watchman

Eccoci di ritorno dall' ennesimo disastro elettorale e in cerca di farlo passare come una sconfittina in una scaramuccia.
Si parla tanto neglia ambienti Sinistri-Sinistrati-Sinistranti di grande partito riformista -che il PD dovrebbe già essere- ma che, dati alla mano, invece di gonfiarsi si sgonfia.
Ora, lungi da me il lodare il metodo teo-tecno-egocratico di Berlusconi, ma se c'è una cosa che il PDL è sempre riuscito a far pesare sulla schiena degli elettori che andavano a imbucare le loro schedine della speranza nell'urna del futuro incerto è che loro (il PDL) le idee ce le avevano chiare:
accettare in blocco e senza riserve le idee di Berlusconi.
Il tutto è fra l'altro evidenziato dal fatto che proprio ora che ogni tanto Fini gli da qualche piccola sportellata, un punticino e mezzo lo perdono.
Allora uno si dovrebbe dire: riaprtiamo da qui. Ripartimo da una linea comune: discutiamo scanniamoci pestiamoci al congresso, ma usciamo dal congresso dicendo "tizio è rimasto in piedi, fino al prossimo congresso il capo è lui, almeno che non proponga suicidi di massa io sono d'accoro con la sua linea politica". Altrimenti al povero Tizio gli si fa fare la fine di Veltroni che fece il pieno dei voti della base e fece pure il pieno dei calci nelle palle della dirigenza, tanto che con le palle ancora doloranti si dimise e espatriò in America.
Ora, dando per scontato (il che deriva solo da onestà intellettuale) che DS e cattolici non riusciranno mai ad avere una linea politica comune (perchè se uno che passa dice "Papa" i DS si toccano e i cattolici si genuflettono) bisognerebbe riflettere con sincerità su quelli che possono essere i reali scenari futuri.
Premesso che defenestrare la Binetti per inbarcare Casini non è che sarebbe proprio una genialata, ci starebbe da guardare con un po' di sforzo un po' più a sinistra:

PD: 26.1% ( -10% dei cattolici) +IDV:8% +RC:3.4% +SL:3.1% = Grande Partito Riformista: 30.6%

ne consegue poi che UDC:6.5% + ex-margherita:10%= Centro: 16.5%

partendo da questi presupposti si può poi ragionare su alleanze programmatiche; non se lo ricorda più nessuno Berlinguer col "compromesso storico" o Togliatti che "vota l'art.7" ?
le forze di estrema sinistra dovrebbero capire che l'unico futuro possibile è questo, che andando verso un modello bipolare o cmq con meno partiti se vogliono dire qualcosa lo devono dire in una forza di sinistra più grande (ho detto di sinistra, si. per questo c'è da defenestrare i teodem e compagni).
Credo che il futuro del riformismo passi da qui e non da una allenaza con l'UDC che rafforzerebbe solo la minoranza cattolica del PD chiudendo in cantina la maggioranza di sinistra che è da sempre la naturale portatrice delle istanze riformiste.
Se si crede veramente al progetto di un Grande Partito Riformista si deve accettare il fatto che puo essere solo un Grande Partito Riformista della Sinistra
e che non può essere un Grande Partito Riformista dei "neoDC-ma un po' + a sinistra-se ci ascoltano".
QUINDI, IN SOLDONI:
Con-gre-sso!! Con-gre-sso!! Con-gre-sso!!
fuori Franceschini, dentro Bersani magari big-ticket con Renzi o Serracchiani
Dalema presidente così il nonno non le spacca più e si gode la poltroncina della pensione (ahh.. se imparasse da Napolitano)
e poi dialogo e come diceva veltroni-guzzanti: "componiamo i contrasti" con le altre sinistre
e vedrete magari che tutti quelli che non sono andati ai seggi o che ci sono andati per scrivere bestemmioni e fare disegnini, magari qualche crocetta in più sul Grande Partito Riformista della Sinistra la faranno

domenica 7 giugno 2009

Il Paese è Reale - Afterhours

di Watchman


*in appendice il testo della canzone.


Ancora un video concettuale, ancora il solito sound graffiato, ancora il solito grande lavoro degli Afterhours.
Reduci dalla scommessa San Remo che li ha mostrati al grande pubblico ma li ha esposti alle critiche dei fedelissimi (si pensi ai Metallica del "Load" e "Re-Load" in poi..) e che in tema con la loro intima natura li ha lasciati a metà del guado (fuori la prima sera, ma vinto il premio della critica)sfornano questo gioiellino che prende a schiaffi lo spettatore-ascoltatore con gli strumenti beceri del mediatismo contemporaneo che poi è parte del sistema criticato dalla canzone e dal quale gli Afterhours ci invitano a scegliere di affrancarci (Vedi il playback fintissimo e scandito da spot per telespettatore-consumatore-scimmia della domenica pomeriggio).
Il video si apre sul Paese Reale, quello del titolo, una gigantesca massa di polli chiusi in gabbia che guardano il grande millantatore -quello che ha girato lo spot, quello che canta in playback, quello che guarda te il caso è vestito da Napoleone- da dietro le griglie delle loro gabbiette che ricordano un po' una televisione (non a caso televisione\gabbia di ferro in rapporto ossimorico di messaggio non che libera ma che imprigiona).
Poi Napoleone snocciola il clichè del bravo italiano medio cattolico apolitico postmoderno: "Dici sempre le preghiere conti sempre fino a dieci e preghi ancore che non tocchi a te decidere"
Insomma quel soggetto totalmente rincoglionito che ormai ha sospeso la sua capacità di giudizio e l'ha girata in delega, come una cambiale in bianco, al grande comunicatore perchè lo assolva dallo sforzo di doversi chiedere che cosa è giusto e che cosa è sbagliato, e soprattutto perchè.
Mentre il testo ci invita a prendere coscenza di quanto tutto quello che ci viene dato a bere sia fittizio e che anche se svegliarsi ci farà male, si dovrà pur sempre farlo ("piangi fermo in tangenziale inseguivi una cazzata era splendida e dorata dolce e avvelenata"), la tv-spazio spot-messaggio snocciola oltre napoleone i soggetti preferiti del palinsesto contemporaneo: il criminale\terrorista\mostro (con la sua bella uniforme in stile guantanamo), la stella del momento (che poi è solo una riedizione mediocre di una vera stella del passato; leggi "Elvis"), lo sceriffo sfigato (con la faccia segnata da duro ma coi vestiti che ricordano più un rodeo che un tutore dell'ordine) e il terrorizzato dalla pandemia (con la mascherina ma pure il rimmel sugli occhi, perchè alla salute ci si tiene ma pure ad essere fashion come si fa a rinunciarci).
E dopo averti spiegato che anche tu, sì tu -che ti ritieni consapevole, che credi di sapere che loro vogliono farti credere di essere uno di quelli e invece sei solo uno dei polli dentro la gabbia abbagliato dal caleidoscopio, convinto di aver guardato oltre il velo di maya, sicuro di aver trovato la chiave per aprire quella loro bastarda allegoria\mitopoiesi\mito tecnicizzato- non sei diverso dagli altri pennuti; ti invitano a muovere il culo: "e tu vuoi far qualcosa che serva", non vorresti VUOI, non devi pensarlo lo devi FARE.
Ti devi riappropriare della tua volontà del tuo cervello di te, ti devi riprendere quella cambiale in bianco e strapparla perchè finche quella cambiale la lasci a loro "non ti accorgi che se lo vuoi tu quel che valeva poi non vale più".
"Qualcosa che serve" lo DEVI fare "perchè anche per te se il tuo paese è una merda"
devi sapere che "c’è una strada in mezzo al niente" ma che "non porta fino a casa
se non ci vai tu". si cazzo. SE NON CI VAI TU. MUOVI QUELLE ZAMPETTE DA POLLO che reggono il tuo culo grasso e pesante che loro ti hanno insegnato che sta più comodo sul divano davanti alla televiosne che per la strada a creargli problemi. Muovi il culo e fatti sentire perchè "dire la verità è un atto d'amore" e se aspetti che la dica uno vestito da Napoleone che ti tiene a guardar fantocci vuoti sperando che prima o poi tu ti senta veramete uno di essi allora la tua "rabbia muore".
Ti hanno già ammazzato la libertà (sei nella gabbia), ti stanno ammazzando la ragione (ti costringono a guardare quello che loro volgiono che tu guardi. remember "Arancia Meccanica"?)... non farti ammazzare anche la rabbia. MUOVI IL CULO!


IL TESTO

Dici sempre le preghiere
conti sempre fino a dieci e
preghi ancora che
non tocchi a te
decidere
Piangi fermo in tangenziale
inseguivi una cazzata
era splendida e dorata
fresca e avvelenata
ma il paese da affondare
tutto intorno a te a ballare
bestemmiando disprezzare
e riderci un po’ su
E tu vuoi far qualcosa che serva
e farlo prima che il tuo amore si perda
Non ti accorgi che se lo vuoi tu
quel che valeva poi non vale più
Se ti han detto resta a casa
vola basso non scocciare
se disprezzi puoi comprare
se vale tutto niente vale
se non sai più se sei un uomo
se hai paura di sbagliare
se hai voglia di pensare
che fra poco è primavera
Adesso fa qualcosa che serve
che è anche per te se il tuo paese è una merda
c’è una strada in mezzo al niente
piena e vuota della gente
e non porta fino a casa
se non ci vai tu
Io voglio fa qualcosa che serva
fammi far solo una cosa che serva
dir la verità è un atto d’amore
fatto per la nostra rabbia che muore