domenica 7 giugno 2009

Il Paese è Reale - Afterhours

di Watchman


*in appendice il testo della canzone.


Ancora un video concettuale, ancora il solito sound graffiato, ancora il solito grande lavoro degli Afterhours.
Reduci dalla scommessa San Remo che li ha mostrati al grande pubblico ma li ha esposti alle critiche dei fedelissimi (si pensi ai Metallica del "Load" e "Re-Load" in poi..) e che in tema con la loro intima natura li ha lasciati a metà del guado (fuori la prima sera, ma vinto il premio della critica)sfornano questo gioiellino che prende a schiaffi lo spettatore-ascoltatore con gli strumenti beceri del mediatismo contemporaneo che poi è parte del sistema criticato dalla canzone e dal quale gli Afterhours ci invitano a scegliere di affrancarci (Vedi il playback fintissimo e scandito da spot per telespettatore-consumatore-scimmia della domenica pomeriggio).
Il video si apre sul Paese Reale, quello del titolo, una gigantesca massa di polli chiusi in gabbia che guardano il grande millantatore -quello che ha girato lo spot, quello che canta in playback, quello che guarda te il caso è vestito da Napoleone- da dietro le griglie delle loro gabbiette che ricordano un po' una televisione (non a caso televisione\gabbia di ferro in rapporto ossimorico di messaggio non che libera ma che imprigiona).
Poi Napoleone snocciola il clichè del bravo italiano medio cattolico apolitico postmoderno: "Dici sempre le preghiere conti sempre fino a dieci e preghi ancore che non tocchi a te decidere"
Insomma quel soggetto totalmente rincoglionito che ormai ha sospeso la sua capacità di giudizio e l'ha girata in delega, come una cambiale in bianco, al grande comunicatore perchè lo assolva dallo sforzo di doversi chiedere che cosa è giusto e che cosa è sbagliato, e soprattutto perchè.
Mentre il testo ci invita a prendere coscenza di quanto tutto quello che ci viene dato a bere sia fittizio e che anche se svegliarsi ci farà male, si dovrà pur sempre farlo ("piangi fermo in tangenziale inseguivi una cazzata era splendida e dorata dolce e avvelenata"), la tv-spazio spot-messaggio snocciola oltre napoleone i soggetti preferiti del palinsesto contemporaneo: il criminale\terrorista\mostro (con la sua bella uniforme in stile guantanamo), la stella del momento (che poi è solo una riedizione mediocre di una vera stella del passato; leggi "Elvis"), lo sceriffo sfigato (con la faccia segnata da duro ma coi vestiti che ricordano più un rodeo che un tutore dell'ordine) e il terrorizzato dalla pandemia (con la mascherina ma pure il rimmel sugli occhi, perchè alla salute ci si tiene ma pure ad essere fashion come si fa a rinunciarci).
E dopo averti spiegato che anche tu, sì tu -che ti ritieni consapevole, che credi di sapere che loro vogliono farti credere di essere uno di quelli e invece sei solo uno dei polli dentro la gabbia abbagliato dal caleidoscopio, convinto di aver guardato oltre il velo di maya, sicuro di aver trovato la chiave per aprire quella loro bastarda allegoria\mitopoiesi\mito tecnicizzato- non sei diverso dagli altri pennuti; ti invitano a muovere il culo: "e tu vuoi far qualcosa che serva", non vorresti VUOI, non devi pensarlo lo devi FARE.
Ti devi riappropriare della tua volontà del tuo cervello di te, ti devi riprendere quella cambiale in bianco e strapparla perchè finche quella cambiale la lasci a loro "non ti accorgi che se lo vuoi tu quel che valeva poi non vale più".
"Qualcosa che serve" lo DEVI fare "perchè anche per te se il tuo paese è una merda"
devi sapere che "c’è una strada in mezzo al niente" ma che "non porta fino a casa
se non ci vai tu". si cazzo. SE NON CI VAI TU. MUOVI QUELLE ZAMPETTE DA POLLO che reggono il tuo culo grasso e pesante che loro ti hanno insegnato che sta più comodo sul divano davanti alla televiosne che per la strada a creargli problemi. Muovi il culo e fatti sentire perchè "dire la verità è un atto d'amore" e se aspetti che la dica uno vestito da Napoleone che ti tiene a guardar fantocci vuoti sperando che prima o poi tu ti senta veramete uno di essi allora la tua "rabbia muore".
Ti hanno già ammazzato la libertà (sei nella gabbia), ti stanno ammazzando la ragione (ti costringono a guardare quello che loro volgiono che tu guardi. remember "Arancia Meccanica"?)... non farti ammazzare anche la rabbia. MUOVI IL CULO!


IL TESTO

Dici sempre le preghiere
conti sempre fino a dieci e
preghi ancora che
non tocchi a te
decidere
Piangi fermo in tangenziale
inseguivi una cazzata
era splendida e dorata
fresca e avvelenata
ma il paese da affondare
tutto intorno a te a ballare
bestemmiando disprezzare
e riderci un po’ su
E tu vuoi far qualcosa che serva
e farlo prima che il tuo amore si perda
Non ti accorgi che se lo vuoi tu
quel che valeva poi non vale più
Se ti han detto resta a casa
vola basso non scocciare
se disprezzi puoi comprare
se vale tutto niente vale
se non sai più se sei un uomo
se hai paura di sbagliare
se hai voglia di pensare
che fra poco è primavera
Adesso fa qualcosa che serve
che è anche per te se il tuo paese è una merda
c’è una strada in mezzo al niente
piena e vuota della gente
e non porta fino a casa
se non ci vai tu
Io voglio fa qualcosa che serva
fammi far solo una cosa che serva
dir la verità è un atto d’amore
fatto per la nostra rabbia che muore

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