venerdì 12 giugno 2009

La Forma della paura di De Cataldo,Rafele

Ancora un buon libro di De Cataldo (qui con Rafele) che partendo dalla deriva autoritaria ormai evidente che il nostro agonizzante stato postmoderno ha preso (e che gli italiani ormai ridotti a popolo di yes-men si ostinano a non voler vedere) snocciala un buon thrillerino-politico che indaga con una certa cura le varie sacche del sopravvivente attivismo politico italiano.
Dall' ultradestra forzanuovista ai neoanarchici-postcomunisti-filoambientalisti;
tutti dentro a darsi un gran da fare con l'idea di migliorare il mondo e invece si ritrovano entrambi, inconsapevolmente, ad essere pedine sacrificabili e scarificate in un gioco molto più grosso di loro e che è poi l'espressione più matura di tutto quello che credono di essere destinati a rivoluzionare.

Letto in una giornata, scorre senza problemi.
Che altro dire: non ci si strappa i capelli dal divertimento ma col mondo là fuori (per come va, per come gli permettiamo di andare) non è che ci sia tutto questo da divertirsi.

p.s.
interessante il rapporto oppisitivo(già dai nomi) tra il capo dei poliziotti corrotti (MASTINO) e il capo dei "buoni" (LUPO).
Mastino, è un cane e quindi è fortemente fidelizzato verso il padrone che gli dà da mangiare ma anche aggressivo, in certo senso bruto\brutto.
Lupo invece mantiene i tratti originari della razza quindi è più nobile ma anche più solitario, ha un istinto superiore ma fa più fatica a farsi accettare e a relazionarsi anche coi suoi che, se pure dalla parte giusta sono sempre espressione di un mondo fatto di "cani".

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