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Se il direttore don. Antonio Sciortino dice:
"a tutto c'è un limite. Quel limite di decenza è stato superato.Qualcuno ne tragga le debite conclusioni."
perchè, tra l'altro
"il problema dell'esempio personale è inscindibile per chiunque accetta una carica pubblica [...] l'autorità senza esemplarità di comportamenti non ha alcuna autorevolezza e forza morale. E' pura ipocrisia o convenienza di interessi privati [...] chi esercita il potere non può pretendere una zona franca dell'etica nè pensare di barattare la morale con promesse di leggi favorevoli alla Chiesa".
Ecco, un calcio nelle palle in piena regola.
Che sta, a leggere bene, più che in quel "dimissioni", in quel "non può pretendere... nè pensare di barattare la morale con promesse di leggi favorevoli alla Chiesa", durissimo.
La presa di posizione del più autorevole periodico cattolico apre nuovi fronti nei problemi della maggioranza di governo e fa registrare una presa di posizione politica forte delle alte sfere vaticane.
Un gesto di ordine morale ma certamente anche pesante sul piano politico e non solo per quanto riguarda il governo ma anche per quanto riguarda il mondo cattolico stesso:
se alla fine il premier dovesse veramente rassegnare le dimissioni, ci troveremmo davanti a una indiscutibile prova di forza del mondo cattolico che dimostrerebbe così di avere un peso politico ben più netto di quello che ad oggi gli viene riconosciuto.
Mandare a casa un uomo con il consenso di Berlusconi vorrebbe dire potr dimostrare che la chiesa sposta più voti di quanti oggi il centro-destra gliene riconosca. Sarebbe quasi recuperare i fasti non della vecchia, ma della prima DC, quella post-unitaria, quella plebiscitaria...
quella che potè scrivere la costituzione con socialisti e comunisti in una posizione di forza e che riuscì a strappare a Togliatti quell' art.7 tanto inviso alle gerarchie laiche.
Perchè è questo che sarebbe lo scenario, con una destra senza leader e una sinistra spaccata e litigiosa. Si creerebbe di nuovo, non lo spazio per un grande partito di centro ma, la voragine per un grande partito cattolico, con le mani libere e sopratutto piene... di voti.
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